CENTRO FOTOGRAFIA TORINO

Il corpo non mente

Claudio Capanna, Carolina López, Federico Masini, Tea Zanetti

ARTISTA
Claudio Capanna, Carolina López Bohórquez, Federico Masini, Tea Zanetti
QUANDO
19 aprile - 15 giugno
DOVE
Via Giambattista Vico 1, Torino

PHOS Centro Fotografia Torino ospiterà “Il corpo non mente”, una mostra collettiva che raccoglie quattro diverse visioni intorno al tema del corpo, esposto senza ipocrisie o compromessi.

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I quattro fotografi, Claudio Capanna, Carolina López, Federico Masini e Tea Zanetti, indagano questo tema nella sua verità e lo interpretano attraverso la sua relazione con l’ambiente, la natura, lo spazio urbano e domestico.

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Claudio Capanna, come scrive Steve Bisson nella prefazione al suo libro Mater, realizza fotografie che innalzano “un inno a madre natura, alla fecondità, al sacro femminino, alle forze della natura in perenne ricerca di equilibrio. La terra principio e fine di ogni forma di vita. Ma è nella donna che essa trova la sua rappresentazione umana, sintesi di potenza creativa, di destino materno. Mater è un canto che racchiude questa storia attraverso immagini dal carattere sacro”.

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Il lavoro di Carolina López esplora le relazioni di potere tra persone, i movimenti, i comportamenti illuminati dalla luce artificiale della notte, esibendo il lato oscuro della città, dello spazio pubblico e della vita sociale. Carolina ha percorso le strade di città come Milano, Parigi, Londra, Las Vegas e con il suo obiettivo ha catturato immagini di donne che vivono la strada e la città in maniera diversa rispetto alle convenzioni sociali. I loro corpi sono soggetti a limiti e ulteriori censure in seguito ai cambiamenti introdotti dalla globalizzazione.

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Con le sue fotografie Federico Masini desidera suggerire che il corpo umano non è nulla più e nulla meno di una manifestazione e un’emergenza del discorso naturale. Si tratta di una dimensione in cui il corpo è innanzitutto un fatto fisico e appare come tale. La serie They Return To Their Earth accosta corpo femminile e natura attraverso giustapposizioni, abbinamenti, compenetrazioni. 

Un approccio che si vuole neutrale, obiettivo e si interroga sui temi della trasgressione, della sessualità, dell’erotismo, ma anche del sacro e del suo mistero.

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Nelle doppie esposizioni di Tea Zanetti il corpo si osserva e si interroga sul suo ruolo nel mondo, per poi interagire con architetture e paesaggi urbani, che l’autrice fotografa e colleziona nel suo percorso quotidiano. Gli elementi artificiali dello spazio cittadino, con le loro forme studiate e i  loro dettagli funzionali, divengono analogie del corpo inteso come perfetta architettura naturale, creata per adempiere al suo scopo essenziale: vivere.

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Claudio Capanna è nato a Roma nel 1980. Laureato al Dams, ha dedicato la sua tesi finale al regista tedesco Werner Herzog. Ha iniziato a lavorare nel settore audiovisivo nel 1999 e ha diretto numerosi lungometraggi e cortometraggi presentati in diversi festival internazionali (Festival di Locarno, IDFA, HotDocs, DokLeipzig, Popoli, Palm Springs International Film Festival, Syracuse International Film Festival, Sitges).

Nel 2006 si trasferisce a Parigi per frequentare il corso di cinema documentario Les Ateliers Varan. Da allora lavora come regista per numerosi broadcast e agenzie (RTBF, Sky TV, SVT, Arte France, Vice US, ICF Next, RSI, Rai).

Nel 2016 dirige il suo primo lungometraggio Life to Come, prodotto da Stenola Productions e coprodotto da broadcast internazionali come RTBF, ARTE G.e.i.e. e Al Jazeera Documentary Channel.
Specializzato nella fotografia analogica in bianco e nero, ha realizzato il suo primo libro fotografo Mater nel 2021, curato da Steve Bisson. 

Attualmente vive e lavora a Bruxelles, e sta realizzando il suo nuovo lungometraggio, co-produzione tra Belgio, Francia e Danimarca. 

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Carolina López Bohórquez, nata in Colombia nel 1980, ha vissuto a Bogotà fino a 17 anni, per poi trasferirsi a Firenze, dove ha studiato pittura e fotografia e ha lavorato per diversi anni come Studio Manager dei dipartimenti della scuola americana Santa Reparata. A Milano, dove ha vissuto e lavorato fino a ora, prima di trasferirsi a Miami, ha studiato fotografia e graphic design alla Fondazione FORMA e lavorato come fotografa, in un costante approfondimento tra il corpo e la città. Il suo ultimo libro Le Nuits Fauves è stato pubblicato nel 2022 in collaborazione con il crowdfunding di SelfSelf Books. 

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Federico Masini nasce nel 1988 a Moncalieri, in provincia di Torino. Dopo gli studi classici, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia. Dapprima esercita la fotografia per piacere, ma con il tempo trova modo di convertire la sua passione in lavoro. Scatti documentari e di fashion-lifestyle gli valgono la collaborazione con numerose agenzie ed enti pubblici e istituzionali, che lo portano in viaggio per l’Italia e per il mondo. L’avvento della pandemia da Covid-19 pone un freno a spostamenti e a collaborazioni: inizia così un lavoro personale su archivi e progetti ex-novo, nei quali indaga la relazione tra uomo e natura, la morte e l’esperienza estatica nella nightlife. Ha lavorato con Amaro Montenegro, British Airways, Kappa, Fiat, José Cuervo, Movement Festival, FuturFestival e le sue fotografie sono state pubblicate, tra le altre testate giornalistiche italiane e internazionali, anche su Monocle, Vice, Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa.

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Tea (Teresa) Zanetti: Giurista torinese cinquantaduenne, si avvicina alla fotografia alle scuole elementari, grazie a un prozio materno, pittore e appassionato fotografo, da cui apprende i primi rudimenti di tecnica e storia (e che le regalerà la sua prima macchina fotografica).

A partire dalla quinta liceo (con la lettura – forzata dagli insegnanti di filosofia e di Storia dell’Arte – di Bauen, Wohnen, Denken / Costruire, abitare, pensare di Heidegger e di Genius loci, di Norberg-Schulz) la fotografia diventa per lei strumento insostituibile di indagine del circostante, soprattutto urbano e, al contempo, di espressione del pensiero alternativa alla parola.

Attualmente cura la sua formazione in materia sotto la guida di Fulvio Bortolozzo, del quale segue i seminari dal 2014.

Per quanto le sia accanto da oltre un quarantennio, non ha mai nemmeno pensato di convertire in professione l’amore per questo mezzo espressivo.

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